All’Institut de France, la luce dei vetri colorati illuminava una scena surreale: un violoncellista solitario, un ombrello capovolto e un carosello di girasoli appassiti. Così è iniziata la sfilata Vivienne Westwood Spring-Summer 2026, un inno alla bellezza imperfetta.
La visione di Andreas Kronthaler
Il direttore creativo Andreas Kronthaler, che guida la maison dal 2022, ha esaltato l’energia eccentrica che ha reso leggendaria Westwood. In passerella si sono mescolati stili e epoche: biancheria leopardata, tuniche trasparenti dal fascino medievale e dettagli punk.
Le modelle camminavano con stivali morbidi anni Settanta, trasformando l’austero spazio accademico in un carnevale di libertà.
Il caos controllato
La collezione ha espresso il linguaggio tipico della maison: drappeggi irregolari, tagli decostruiti, abiti stratificati. I colori si scontravano — verdi acidi accanto ai rossi — fino a trovare un equilibrio visivo. Un gioiello portava inciso il messaggio chiave: CHAOS.
L’eredità punk
Vivienne Westwood ha costruito la sua fama negli anni Settanta, fondendo tartan, corsetti e T-shirt strappate nello spirito del punk. Questo spirito ribelle continua a guidare la maison anche oggi.
Dal celebre abito da sposa di Sarah Jessica Parker in Sex and the City, la griffe è diventata un’icona mondiale dell’eleganza anticonformista.
Ribellione con grazia
Kronthaler reinterpreta la tradizione: trasforma le giacche, inserisce corsetti nella maglieria e reinventa il tartan in chiave romantica.
Non si limita a custodire l’archivio Westwood, ma lo rinnova con tecniche moderne e silhouette sensuali, creando un ponte tra storia e futuro.
Un finale poetico
La sfilata si è conclusa con Heidi Klum, accolta da applausi fragorosi. Kronthaler è apparso con un enorme mazzo di girasoli, talmente pesante da doverlo poggiare a terra prima di offrirlo. Il gesto ha riecheggiato l’atmosfera iniziale e l’amore per la poesia del disordine.
Pur caotica, la collezione trasmetteva passione e autenticità. Ancora una volta, Vivienne Westwood dimostra che la bellezza può nascere dal caos.