Quando Anna Garretson iniziò a cercare l’università adatta, non era certa della direzione da seguire. Le piacevano la creatività, la strategia aziendale e la moda, ma non vedeva ancora come potessero combinarsi in una sola carriera. Dopo aver visitato l’Arizona State University, sentì immediatamente che quel contesto offriva spazio alla sperimentazione, all’esplorazione e a una crescita autentica, senza la pressione di essere perfetta fin dal primo giorno.
Cresciuta in una famiglia militare e abituata a trasferimenti frequenti, aveva spesso dovuto ricominciare da zero e adattarsi rapidamente. All’ASU, per la prima volta, trovò la stabilità e il sostegno di cui aveva bisogno. Fu lì che riuscì a mettere radici, scoprire sé stessa e costruire relazioni sincere con una comunità che si interessava realmente al suo percorso.
Costruire una base nel fashion business
Anna si iscrisse al programma di fashion business della scuola FIDM dell’ASU, dove scoprì un equilibrio ideale tra discipline creative e competenze professionali. I corsi di marketing della moda, merchandising, branding e comportamento del consumatore le mostrarono come estetica e commercio possano convivere in modo efficace. Apprezzò molto il fatto che il programma unisse libertà creativa e formazione aziendale rigorosa.
Un ruolo fondamentale fu svolto dai suoi docenti, che la incoraggiarono a esprimersi, a sviluppare una voce originale e a credere nelle proprie idee. Anna racconta che gli insegnanti erano disponibili, pazienti e sinceramente dedicati alla crescita degli studenti.
Una comunità che le ha dato fiducia
Una delle sorprese più grandi per Anna fu il senso di appartenenza che trovò nel programma. Descrive il percorso di moda come un ambiente collaborativo, non competitivo, dove gli studenti si sostengono e celebrano i successi degli altri. Questa atmosfera le diede la sicurezza necessaria per accettare nuove sfide e perseguire opportunità che un tempo avrebbe evitato.
Partecipò ad associazioni studentesche, prese parte a eventi e collaborò spesso a progetti creativi. Queste esperienze rafforzarono le sue capacità di leadership e le insegnarono il valore del lavoro di squadra in un settore rapido e improntato all’innovazione. Col tempo scoprì anche che apertura e vulnerabilità possono generare idee più profonde e relazioni più solide.
Superare i dubbi
Nonostante i progressi, Anna ammette di aver attraversato momenti di insicurezza, spesso confrontandosi con gli altri. Tuttavia, l’ASU le offrì gli strumenti e il sostegno necessari per affrontare queste emozioni.
Grazie al mentoring, ai feedback costruttivi e all’esperienza pratica, imparò a sostituire la paura con la curiosità e a vedere gli errori come tappe naturali del processo di crescita. Con il tempo diventò più sicura, più determinata e più consapevole di sé.
Scoprire la passione per la direzione creativa
Durante gli studi, Anna realizzò di essere particolarmente attratta dalla direzione creativa: un campo che unisce narrazione visiva, branding e pensiero concettuale. Le piaceva creare storie, sviluppare estetiche visive e guidare progetti con un approccio narrativo e sensibile.
Il suo progetto finale — una combinazione di sviluppo del brand, styling e identità visiva — confermò definitivamente che la direzione creativa era la strada professionale più adatta a lei.
Prepararsi al futuro dopo l’ASU
Avvicinandosi alla laurea, Anna sente di essere pronta a entrare nel mondo della moda. Il suo obiettivo è lavorare nella direzione creativa, nella strategia del brand e nello sviluppo di concept visivi. Vuole collaborare con marchi che valorizzano autenticità, narrazione e innovazione.
Lascia l’ASU con gratitudine non solo per la formazione ricevuta, ma anche per la crescita personale resa possibile dall’università. È diventata più sicura, più resiliente e più consapevole della propria identità.
Un messaggio ai futuri studenti
Ripensando al suo percorso, Anna invita i futuri studenti dell’ASU a non temere l’esplorazione, a prendersi dei rischi e a fidarsi del processo. È convinta che la crescita avvenga quando si accolgono nuove esperienze, si pongono domande e si accetta il sostegno degli altri.
Secondo lei, l’ASU è un luogo in cui è possibile reinventarsi, acquisire fiducia e costruire con determinazione il proprio futuro — proprio come ha fatto lei.



