Settimana moda 2025: Dior e Chanel guidano

La capitale mondiale della moda ha dimostrato ancora una volta che reinventarsi non passa mai di moda. Con la Paris Fashion Week che volge al termine, l’industria vibra tra eccitazione e incertezza. Quattro delle più grandi maison di lusso — Balenciaga, Chanel, Dior e Loewe — hanno presentato nuove direzioni creative, segnando l’inizio di una nuova era dell’haute couture.

Questa stagione segna un vero cambio generazionale. Ognuna di queste case iconiche ha introdotto un nuovo direttore creativo, offrendo al pubblico e agli investitori uno sguardo sul futuro della moda. Dopo anni di vendite stagnanti, l’innovazione creativa è diventata la strategia più potente del lusso per crescere e rimanere rilevante. Come spiega l’analista di Morningstar Jelena Sokolova: “Uno dei modi più efficaci per rafforzare un marchio è aumentare la creatività o cambiare direzione artistica. Tutto ruota intorno alla conquista di nuove quote di mercato, e la creatività può fare la differenza.”

Una nuova era per Dior

La settimana si è aperta con la prima collezione femminile di Jonathan Anderson per Dior, accolta con entusiasmo ma anche con qualche critica. Dopo aver rilanciato con successo Loewe, Anderson ha portato sulla passerella parigina la sua firma inconfondibile: un mix di eleganza classica e ironia contemporanea. La collezione ha unito lusso e quotidianità — mantelli fluttuanti, abiti da sera drammatici e fiocchi scolpiti si alternavano a minigonne in denim e borse pratiche.

Le opinioni sono state contrastanti. Simon Longland, responsabile moda di Harrods, ha definito la sfilata “un capitolo audace per la maison di 78 anni”, mentre il New York Times l’ha descritta come “poco focalizzata”. Tuttavia, tutti concordano su un punto: la creatività di Dior è tornata a pulsare.

Loewe ridefinisce l’artigianato moderno

Due giorni dopo, il palco è passato a Loewe, sotto la guida dei nuovi direttori creativi Jack McCollough e Lazaro Hernandez, noti per il loro lavoro da Proenza Schouler. Il debutto è stato energico e colorato: giacche di pelle vivaci, top scultorei e abiti leggeri senza spalline hanno conquistato il pubblico.

Il duo ha unito la precisione architettonica a un tocco sensuale, riaffermando Loewe come una delle maison più innovative del gruppo LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE. La sfilata ha celebrato il savoir-faire artigianale, ma con uno spirito giovane e audace — segnale di una nuova fase per il marchio spagnolo.

Balenciaga e il coraggio dell’esperimento

È poi arrivato il turno di Balenciaga, dove Pierpaolo Piccioli, ex direttore creativo di Valentino, ha presentato la sua prima collezione per la maison parigina. La passerella è stata un gioco di contrasti: infradito di velluto con plateau abbinati ad abiti da sera, bomber oversize su crop top in pelle nera.

Il nuovo linguaggio di Piccioli per Balenciaga fonde haute couture e caos controllato. Le silhouette scolpite e le texture inaspettate hanno dato vita a una collezione intensa, emozionale, piena di libertà. Il suo obiettivo: conservare l’eredità avanguardista del marchio, ma renderlo più umano, più vicino. Il risultato è stato ambizioso, poetico e profondamente espressivo.

Chanel e l’attesa del rinnovamento

Nel gran finale della settimana, tutti gli occhi erano puntati su Matthieu Blazy, ex Bottega Veneta, al suo debutto come direttore creativo di Chanel. La grande domanda era: come reinventerà i codici iconici del brand — tweed, perle e femminilità senza tempo — per la nuova generazione?

Anche se i dettagli erano segreti fino all’ultimo, gli addetti ai lavori si aspettavano una fusione tra l’eleganza classica di Chanel e il minimalismo architettonico di Blazy. La sfida era enorme: modernizzare un’istituzione globale senza intaccarne l’essenza.

L’attesa che circondava la collezione dimostrava una verità profonda — il mondo della moda ha fame di un nuovo inizio creativo.

Un punto di svolta per il lusso

Questi cambiamenti arrivano in un momento delicato per il settore. Secondo Bain & Company, il mercato del lusso potrebbe contrarsi fino al 5% nel 2025, dopo un 2024 stagnante. Le azioni di LVMH sono scese del 15% quest’anno, mentre quelle di Kering SA — proprietaria di Gucci, Balenciaga e Saint Laurent — restano quasi due terzi al di sotto dei massimi del 2021.

In un’epoca in cui la crescita si fonda sulla narrazione e sul legame emotivo con il pubblico, l’audacia creativa è diventata una necessità. La Paris Fashion Week, un tempo prevedibile, oggi è un laboratorio di trasformazione e rinascita.

Gucci e la rinascita parallela a Milano

Poco prima dell’evento parigino, Gucci ha fatto notizia a Milano annunciando un nuovo direttore creativo dopo tre anni di calo delle vendite. Anche se Demna Gvasalia non ha sfilato, il marchio ha riempito i social media con immagini di silhouette minimaliste abbinate ad accessori iconici come la borsa con manico in bambù.

Il brand ha anche presentato un cortometraggio su una famiglia Gucci immaginaria, con Demi Moore nei panni della matriarca. Il film, ironico e provocatorio, ha esplorato il tema dell’impossibile perfezione. “Cerchiamo tutti di essere perfetti — figli perfetti, designer perfetti — ma la perfezione non esiste”, ha dichiarato Demna. Un messaggio che rispecchia perfettamente l’anima di un settore in continua ricerca di equilibrio tra tradizione e innovazione.

La rinascita creativa

I fiocchi di Dior, le forme scultoree di Loewe, i contrasti di Balenciaga e il mistero di Chanel condividono un filo conduttore: il movimento. La Paris Fashion Week 2025 ha dimostrato che il futuro appartiene a chi osa reinventare il proprio patrimonio. Per le maison del lusso, il cambiamento non è più un rischio — è sopravvivenza.

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