Paolo Roversi, 78 anni, è una leggenda silenziosa della fotografia di moda. I suoi ritratti eterei, spesso realizzati con Polaroid, trasformano il difetto in bellezza e il caso in arte pura.
L’anima delle sue immagini
Autodidatta e visionario, Roversi ha collaborato con Galliano, Yamamoto, Gigli e Kawakubo. Le sue foto non descrivono gli abiti: li interpretano. Ogni immagine è un’emozione dipinta con la luce.
La bellezza dell’imprevisto
Ispirato da Man Ray e Blumenfeld, Roversi sperimenta con Polaroid, accettando errori, riflessi e sfocature come parte del processo creativo. In ogni “imperfezione” trova vita e autenticità.
Lo studio come santuario
Nel suo atelier parigino, dove lavora da oltre quarant’anni, Roversi crea uno spazio senza tempo. “Ho bisogno di essere chiuso in una stanza,” dice. “Lì il tempo scompare.”
La magia dell’inaspettato
“Ogni passo avanti nel mio lavoro è nato da un incidente,” confessa. Come Cameron e Penn, Roversi crede che la fotografia debba catturare l’attimo in cui la luce incontra l’anima.



