Moda e inconscio
Al Museum at FIT è stata inaugurata la mostra “Dress, Dreams & Desire: Fashion and Psychoanalysis”. Curata da Valerie Steele, riunisce quasi 100 creazioni che esplorano il legame tra moda, inconscio e desiderio.
Steele ha osservato che lo stesso Freud era un “fashionista”, sempre impeccabile nei suoi abiti su misura.
Freud e la moda
La moda ha spesso dialogato con la psicoanalisi. Nel 1990 Marc Jacobs presentò l’abito Freudian Slip. Nel 2000 John Galliano portò in passerella per Dior la collezione Freud or Fetish. Nel 2012 Prada mostrò a Cannes il cortometraggio A Therapy.
Specchi e identità
Tra i pezzi più celebri figura la giacca “Sala degli Specchi” di Elsa Schiaparelli (1938), legata alla teoria dello “stadio dello specchio” di Lacan.
Simboli fallici
Freud vedeva simboli fallici ovunque: dai cilindri alle décolleté. L’iconico cone-bra di Jean Paul Gaultier, reso famoso da Madonna, è in mostra come esempio di moda e sessualità.
Moda e nudità
L’esposizione analizza come l’abbigliamento riveli e nasconda il corpo. Non manca la replica del celebre abito verde Versace di Jennifer Lopez ai Grammy del 2000.
La moda come seconda pelle
La moda è una seconda pelle: può proteggere, avvolgere o esaltare la sensualità. L’esposizione include un bustier rosso di Issey Miyake e abiti architettonici di Rei Kawakubo.
Come ha affermato Pascale Navarri: “La moda rivela la nostra vulnerabilità, essere visti e non visti al tempo stesso.”