Volant, corsetti, spalle ampie — le passerelle primavera-estate 2026 brillano. Ma dietro le quinte, i direttori creativi sono quasi tutti uomini.
Circa dieci grandi case di moda europee hanno presentato nuovi direttori — quasi tutti maschi.
Un’unica donna tra i nuovi nomi
In Gucci, Versace e Bottega Veneta, solo Louise Trotter rappresenta le donne.
«Prima del Covid sembrava aprirsi una porta,» afferma Karen Van Godtsenhoven. «Poi l’industria è tornata alle vecchie abitudini.»
Vecchi poteri, stesse logiche
Secondo Dana Thomas, autrice di Deluxe, la moda resta controllata da uomini anziani e conservatori di LVMH, Kering e Chanel.
«Chanel ha perso un’occasione scegliendo un uomo per una maison fondata da una donna,» osserva.
Marchi storici come Lanvin, Nina Ricci, Schiaparelli, Celine sono oggi guidati da uomini. Solo Sarah Burton e Maria Grazia Chiuri fanno eccezione.
Il mito del “genio maschile”
«La moda non sfugge al soffitto di vetro,» spiega Frédéric Godart. «La cultura lavorativa e gli stereotipi premiano gli uomini.»
Le donne restano nei ruoli artigianali, gli uomini diventano i visionari. «È un cliché dannoso,» afferma Van Godtsenhoven.
Una nuova generazione in attesa
Le scuole di moda formano perlopiù donne, ma le posizioni creative restano maschili.
Molte talentuose — Iris van Herpen, Molly Goddard, Simone Rocha — scelgono di fondare marchi propri.
«C’è un’intera generazione di donne straordinarie,» dice Thomas, «che non ottiene le sue occasioni.»



