Virgil Abloh ha ridefinito il concetto di lusso e chi può farne parte. Figlio di immigrati ghanesi, senza formazione accademica nella moda, è diventato il primo direttore artistico afroamericano di una maison francese e fondatore del marchio Off-White.
Nel libro “Make It Ours: Crashing the Gates of Culture With Virgil Abloh” Robin Givhan racconta la sua ascesa e come ha cambiato l’industria.
La moda come remix
DJ prima che designer, Abloh applicò alla moda la logica del remix: tagliare, modificare, reinventare. La sua “regola del 3%” sosteneva che un piccolo cambiamento crea qualcosa di nuovo — un’idea tanto geniale quanto controversa.
La prima creazione, una T-shirt Pyrex Vision da 500 dollari, segnò l’inizio di un nuovo paradigma: il marchio prima del prodotto.
Dalla critica al riconoscimento
All’inizio Givhan era scettica, ma poi riconobbe l’impatto culturale di Abloh. Dopo trent’anni al Washington Post, lasciò il giornale per dedicarsi alla scrittura e ai progetti culturali.
Architettura e metodo
Dalla laurea in ingegneria in Wisconsin agli studi di architettura a Chicago, Abloh imparò a unire razionalità e creatività. Il professore Frank Flury ricordò: “I suoi lavori erano sempre visivamente unici”.
Una pratica in continua evoluzione
Abloh non cercava la perfezione, ma il processo. “Tutto è in corso”, diceva. Con questa filosofia ha ispirato una generazione a vedere la creatività come una pratica infinita.