L’acquisto di abiti usati è considerato una scelta sostenibile, ma una nuova ricerca di Yale rivela che i consumatori più attivi nel second-hand acquistano anche molti capi nuovi. Il risultato è un aumento complessivo del consumo.
Il resale non sostituisce gli acquisti, li moltiplica
L’indagine, basata su 1009 partecipanti, ha mostrato una correlazione tra acquisti di seconda mano e acquisti di capi nuovi. Il fenomeno è particolarmente forte tra i giovani e i grandi acquirenti. Secondo Meital Peleg Mizrachi, il resale crea un’illusione di sostenibilità che alimenta la rapida rotazione del guardaroba.
Il ruolo del fast fashion
Il settore moda è responsabile del 2–8% delle emissioni globali. Negli ultimi vent’anni la produzione è quasi raddoppiata e il consumo è aumentato di circa il 400%. Nel 2023 sono stati prodotti miliardi di capi invenduti destinati ai rifiuti.
Perché le donazioni non bastano
I sistemi caritativi sono sovraccarichi di abiti inutilizzati. Gran parte finisce nei Paesi del Sud Globale o nelle discariche. Lo studio dimostra che il resale incoraggia una dismissione più rapida.
Il profilo del consumatore ad alta intensità
Molti intervistati acquistano sia nuovo sia usato, mantenendo livelli elevati di consumo. Tendono a disfarsi rapidamente dei capi, a restituirli più spesso e ad aumentare gli acquisti dopo il 2020. Il desiderio di novità e di seguire le tendenze guida questi comportamenti.
Differenze generazionali e di genere
I consumatori più giovani sono quelli più coinvolti nel second-hand. Gli studenti risultano i più attivi, mentre le donne acquistano mediamente più degli uomini. La consapevolezza ambientale non sempre si traduce in scelte sostenibili.
Effetto rimbalzo e licenza morale
L’effetto rimbalzo descrive un aumento della domanda quando un comportamento appare più sostenibile. La licenza morale permette di giustificare azioni meno virtuose dopo una scelta percepita come positiva. Così, comprare usato può legittimare l’acquisto di nuovi capi.
La necessità di nuove politiche
Peleg Mizrachi propone maggiore trasparenza sulle piattaforme di resale riguardo alle emissioni, alla gestione dell’invenduto e all’impatto del trasporto. Né gli Stati Uniti né l’Unione Europea regolano attualmente il settore.



