Alla NYFW la moda indigena emerge

I designer nativi americani hanno influenzato la moda mondiale da molto tempo, soprattutto con l’arte delle perline, i tessuti intrecciati e i motivi complessi, spesso ripresi senza riconoscimento. È sorprendente che i veri talenti indigeni siano rimasti per tanto tempo ignorati dalla moda mainstream. Raramente hanno avuto l’opportunità di presentarsi nelle grandi capitali come New York, Londra, Milano o Parigi.

In questa stagione, però, il cambiamento è stato evidente.

Jamie Okuma fa la storia

Durante la New York Fashion Week, Jamie Okuma è diventata la prima stilista nativa americana inserita nel calendario ufficiale CFDA. Proveniente dai popoli Luiseño e Shoshone Bannock, ha presentato una collezione prêt-à-porter attraverso una sfilata digitale, con stampe originali. I suoi abiti e caftani eleganti raffiguravano conchiglie dentalium, fiori, denti di alce e farfalle.

Ha raccontato che molti fiori provenivano da sue fotografie personali scattate nello studio o durante i viaggi. Per lei i fiori sono come un diario, capaci di raccontare momenti precisi della sua vita.

Indigenous NYFW: una piattaforma dedicata

La settimana ha visto anche la prima edizione di Indigenous NYFW, organizzata da Relative Arts al Grace Exhibition Space nell’East Village. Tre giorni di eventi hanno presentato il lavoro di diversi creatori indigeni. Copper Canoe Woman ha portato gioielli dalle forme ovali, Joe Big Mountain ha mostrato lavori colorati con aculei di istrice, Original Landlords ha presentato una linea streetwear, i fratelli Tyler e Naiomi Glasses hanno proposto pezzi tessuti a mano e Justin Jacob Louis ha mostrato completi sartoriali eleganti.

L’insieme di stili e tradizioni tribali ha offerto una ventata di freschezza e ha evidenziato la ricchezza della moda indigena.

Oltre gli spazi “indigeni”

La presenza indigena si è fatta notare anche oltre le piattaforme dedicate. Alla sfilata Parsons MFA, quindici studenti laureandi hanno presentato le loro creazioni, tra cui Jontay Kahm, di origine Plains Cree, che ha portato abiti scultorei e avanguardisti ispirati alle tradizionali ribbon skirt. Kahm, che spesso rielabora elementi del vestiario powwow, ha detto di voler reinterpretare il nastro in modi nuovi. La sua sfilata ha avuto un cast composto interamente da modelli indigeni, tra cui Quannah Chasinghorse, Heather Diamond Strongarm, Phillip Bread, Robert Doka e Ala'suinu Barnaby.

Gli eventi sociali della settimana hanno offerto spazio per incontri e collaborazioni. Al negozio Assembly di Manhattan, il gruppo di danza Indigenous Enterprise si è esibito per strada in costumi tradizionali. Su un rooftop a SoHo, una festa organizzata dal Decolonizing Wealth Project ha riunito designer e modelli per celebrare quello che molti hanno percepito come l’inizio di un nuovo capitolo nella moda, dove la rappresentazione smette di essere concetto e diventa realtà.

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